La WFS riproduce sorgenti sonore e spazi virtuali attraverso un vero e proprio “rendering audio”, generando un campo sonoro fruibile per un’ampia zona di ascolto.
Una rivoluzione sostanziale rispetto alle attuali modalità di diffusione del suono: la nuova tecnica genera fisicamente un campo sonoro indipendente dalle caratteristiche fisiche dello spazio reale in cui ciò avviene e permette agli ascoltatori di muoversi liberamente al suo interno, di localizzare voci, strumenti e altri suoni a varie distanze, e anche in movimento, come se fossero reali.
Per generare queste sorgenti virtuali, la WFS sostituisce le onde sonore – che nella realtà si propagano concentricamente – con “fronti sonori” curvati in maniera identica e diretti verso chi ascolta. I segnali audio sono generati da un sofisticato sistema di calcolo e inviati a decine di diffusori, i quali agiscono come fossero un diffusore unico.
Sono convinto che il suono, generalmente confinato negli ambiti della semplice tecnica, abbia molte potenzialità ancora da scoprire. Attraverso la WFS è possibile arricchire l’apporto sonoro di inventiva e tridimensionalità in modo da conferire alla tecnologia uno spessore più denso di significati e una sua valenza anche drammaturgica.
Hubert Westkemper, sound designer